Paesaggi d'Italia

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Visioni sarde

Sardegna, Italia

In chi scrive della Sardegna emerge sempre qualche sentimento “assoluto”. Si formano pensieri netti, decisi, anche quando si ha a che fare con l’immaginazione, con l’immaterialità. Perché per molti, forse tutti, la Sardegna più che una “regione” è un mondo, una grande e vera isola nel senso più proprio del termine, completa e comprensibile in se stessa, dove le “bellezze naturali…sembrano create con lo stesso travaglio di quelle dell’arte” e “a ciò noi dobbiamo le nostre più belle emozioni”. Si usano, descrivendo il paesaggio sardo, termini e aggettivi che hanno qualcosa di definitivo e categorico: rigore eindomita libertà, virilità, selvatico, primordiale e arcaico, eternità e unicità.

Leggi le citazioni

Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo.
David Herbert Lawrence, 1921
Un lembo di terra ancora umido di una freschezza verginale.
Nino Savarese, 1932
Lo strano è proprio che un paese di roccia, anziché dare il senso della realtà, ci sembri fatto col tessuto impalpabile delle immaginazioni.
Guido Piovene, 1957
Qui, nell’isola dei sardi ogni andare è un ritornare. Nella presenza dell’arcaico ogni conoscenza è riconoscenza.
Carlo Levi, 1964
Dopo le falde sassose, olezzanti di cespugli aromatici dalle quali scorgeva Nuoro e un panorama di valli selvaggie e di montagne lontane il pastore si inoltrò nei boschi d’elci. Il mattino d’agosto era purissimo: il giorno prima aveva piovuto e nel bosco regnava una dolce frescura: le felci, l’erba, i tronchi umidi, le roccie lavate esalavano un profumo quasi irritante; la brezza dava marezzi argentei alle chiome degli elci; il cielo sorrideva azzurro come un lago negli sfondi sereni.
Grazia Delledda, 1900
Terra sarda, rossa, amara, virile, intessuta in un tappeto di stelle, da tempi immemorabili fiorita d’intatta fioritura ogni primavera, culla primordiale – sentii la sua dolce altalena nel mare. Le isole sono patria nel senso più profondo, ultime sedi terrestri prima che abbia inizio il volo nel cosmo.
Ernst Junger, 1955
D’improvviso, però, quelle creste rocciose persero i loro contorni aspri e parvero stemperarsi misteriosamente nella luce di un cielo blu acciaio. Camminando come in un sogno, attraversai quella magica distesa di fiori, che nascondeva al mio sguardo nuraghi, rocce e rovine. Da allora ho spesso la sensazione che si debba ogni volta attraversare questa cortina di papaveri per penetrare nella realtà sarda. E questa sensazione di camminare come in un sogno l’ho ritrovata anche in altri viaggiatori [...]. Poi, ad un tratto, ci si risveglia nella realtà sarda – e non ci si stupisce più di niente. Soltanto tre o quattro giorni dopo l’arrivo ad Olbia o Porto Torres si entra veramente in Sardegna: il che significa che ci si è lasciati alle spalle l’Europa e il ventesimo secolo
Thomas Munster, 1958
La città ci è apparsa sopra un monte metà roccia e metà case di roccia, Gerusalemme di Sardegna […]. È fredda e gialla. Fredda di pietra e d’un giallore calcareo africano. Sopra i bastioni pare una necropoli: e che dalle finestre debbano uscire corvi in volo. I tetti sono bianchi, di creta secca. Da qualche muro spunta il ciuffo nerastro, bruciacchiato d’un palmizio, ma non è Africa”.
Elio Vittorini, 1932
L’amante del bello trova in Sardegna paesaggi svariatissimi: coste dentellate come le foglie delle mimose; vergini foreste; pianure e stagni; colli e vere Alpi; dove il granito mostra i più bei fianchi ch’io abbia veduti al mondo. [...] scene della natura geologica e umana, quale è difficile trovare altrove [...]; tutta una tavolozza di colori vivi e svariati che può dare materia d’opere immortali al poeta, allo scrittore, all’artista.
Paolo Mantegazza, 1869
Immagini di bellezze naturali che sembrano create con lo stesso travaglio di quelle dell’arte; a ciò noi dobbiamo le nostre più belle emozioni. La fermezza primordiale di certi paesaggi, in cui la terra sembrava il volto stesso della natura misteriosa; certe vallate, certi colli su cui i colori dei pascoli fioriti avevano la fissa lucentezza dello smalto, e boschi di olivi selvatici, scuri e aggrovigliati come un riccio mantello, in cui solo la mani del vento passavano a stimolare il fremito di un indomita libertà; e finalmente quel senso di eternità che spirava dalla terra intatta, non manomessa dalle eccessive culture, queste cose le abbiamo viste solo in Sardegna.
Nino Savarese, 1932
C’è qualcosa a cui Lawrence continuamente allude ma che non formula mai. Mi pare di avere trovato. Ecco: forse il grande segreto sta nell’assenza assoluta del pittoresco [...]. la Sardegna, con i suoi spazi immensi e deserti, con i suoi altipiani rocciosi e tutti insieme sollevati in massa sul mare, non è pittoresca: è pittorica.
Mario Soldati, 1975