Toscana, Italia
La Versilia sta nel cuore a tutti, a chi ne sa solo il nome, per il suo nome appunto, acuto, trasparente, lieve come un ruscello […] Incomincerete a capire che cosa è Versilia: una terra che sembra mossa dalle ultime increspature, dai lievi sussulti di una gelata improvvisa che doveva tenere a se anche il mare e il violetto delle foreste. Tornata al sole, prese a verzicare rapidamente nel suo colore, a approfondire e a addentrare il suo vicinato, dalle piccole valli alle piccole chiese, alle case sparse, ai ruscelli, con le viti, gli ulivi, i castagni che sono alberi della faticata temperie umana: di fronte l’errante pianura del mare, alle spalle la montagna di marmo, il bianco astratto pensiero delle Tirrenide, terra ipotetica e marina. A modesta altitudine, le Apuane, appaiono come grandi montagne sia per l’imminenza che hanno nel paesaggio, sia per la qualità aspra della dolomia che le trasse dal proprio sussulto […]
Questa è Versilia, […] la carovana di una famiglia poetica in esodo verso la luce: dalle finestre, dalle porte. Dai lumi dei paesi, gli uomini che si sono fermati nell’avara misura della propria casa salvata dagli spazi. E i fuochi accesi qua e là nell’aria azzurra delle sere d’inverno, gli stradali vuoti tra l’alpe e il mare: un senso di umano rifugio contro le intemperie proprie delle terre calde. Trovate, sulla carta e nella memoria gli itinerari di queste alpi, i nomi favolosi delle vette, delle grotte, dei villaggi: vi sembrerà di sperdervi in un universo che le strade addentrate dei cavatori hanno portato fin nel cuore dei monti.
Alfonso Gatto, 1965
I monti della Versilia ridenti o foschi? Ecco una cosa che non si può mai capire. Un poco folli, di forma, e inchiostrati sempre con tinte da fine del mondo, con quel rosa, quelle vampate secche del marmo che trapelano come per caso. Ma così dolci, mitici.
Pier Paolo Pasolini, 1959
Ciecamente fragranti nelle asciutte curve della Versilia che sul mare aggrovigliato, cieco, le terre lievi della sua campagna interamente umana espone, sul Cinquale dipanato sotto le terrazze apuane i blu vitrei e rosa.
Pierpaolo Pasolini, 1957
Irte, laceranti il cielo, le Alpi Apuane ostentano i fianchi squarciati, le enormi piaghe bianche qualcuna sanguigna e i ravaneti colanti da quelle.
Bruno Cicognani, 1934
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