Umbria, Italia
L’Umbria che resta stampata nel mio ricordo, porta nella faccia esteriore, una perfetta grazia […] di armonia raffaellesca. Ma quello che più mi ha percosso, costituendo il carattere più profondo, è la sensazione di essere in contatto costante, sebbene più o meno scoperto, con i depositi ed i sedimenti del sacro: un sacro di qualità quasi fluida, endemico, contagioso, senza un volto preciso, non legato a religione alcuna, in cui lo stesso San Francesco è solo il maggior episodio. […] Lo sentiva il Carducci, che divulgò dell’Umbria qualche immagine convenzionale, ma anche intuizioni potenti quando alle fonti del Clitunno sentiva gli “itali iddi” aleggiargli sulla fronte accesa; e questo sentiva nell’Umbria non altrove; perché né la Toscana né l’Abruzzo ci sanno dare, come l’Umbria nei suoi recessi, la sensazione di essere penetrati tra la mitologia e i misteri dell’Appennino.
Guido Piovene, 1964
Ecco sono questi tutti i motivi del fascino di Assisi, e tutti contengono un briciolo di verità. Ne fanno parte anche gli olivi della sua pianura, la luce dell’alba e del tramonto, e gli aspetti chiassosamente commerciali proposti nella sacrestia di San Francesco. Ma queste sono solo le briciole, e tutte insieme non formano neppure un centesimo di quel grande segreto che porta il nome di San Francesco d’Assisi.
Heinrich Boll, 1988
Però chi d’esso loco fa parole / Non dica Ascesi, che direbbe corto / Ma Oriente, se proprio dir vuole.
Dante Alighieri, 1321
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