Liguria, Italia
(Entroterra sanremese) mi trovo sempre in qualche modo come su un balcone, affacciato a una balaustra, e vedo ciò che il mondo contiene disporsi alla destra e alla sinistra a diverse distanze, su altri balconi o palchi di teatro soprastanti o sottostanti, d’un teatro il cui proscenio s’apre sul vuoto, sulla striscia di mare alta contro il cielo attraversato dai venti e dalle nuvole.
Italo Calvino, 1971
[…] la vegetazione è cambiata, non più i lecci, gli olmi, le roveri; ora l’Africa, l’Australia, le Americhe, le Indie allungano fin qui rami e radici. […] in già la costa è un’Australia rossa d’eucalipti, elefantesca di ficus, piante da giardino enormi e solitarie, e tutto il resto è palme, coi loro ciuffi scarmigliati.
Italo Calvino, 1957
Nelle valli e nelle coste della Riviera (di ponente) pare d’avere gli occhiali affumicati, tanto quel colore d’olivo è uniforme, e gli occhi per riposarsi devono girarsi al mare e fissare la grande striscia del verde chiaro degli aranci e dei palmizi nei giardini che si stendono lungo la spiaggia e nella prima parte della costa come un’orlatura al grande manto vellutato d’olivi che ricopre il resto della costa e le valli.
Giovanni Saragat, 1898
Da Albenga a Grimaldi sulla frontiera francese, partendo tu non lasci soltanto i garofani più profumati del mondo, ma anche i legumi più squisiti, gli orti più rinomati, quali quelli di Albenga con i suoi chilometri quadrati di lattughe tenere e fragili come cristallo; e che dire della sua vicina Alassio? Che sembra il giardino di una favolosa infanzia? E la piccola e limitrofa Laigueglia che con i suoi cento e poco più pescatori possiede non meno di cinque chiese madri […] Il trinomio Imperio-Porto San Maurizio-Oneglia è ricco di porti, moli, angiporti, per cui non c’è per i capitani di mare che l’imbarazzo della scelta. Un po’ più in là cominciano i prodigiosi porti di Arma di Taggia, con le loro lunghe teorie di cipresseti adolescenti e di aranci e di limoni mingherlini, di pini parasoli alti non più di un metro. Da Sanremo con i suoi palaces da Mille e una notte se soffia appena la tramontana i ricchi stranieri vanno a scaldarsi a Ospedaletti, che ha il clima più mite al mondo, il più dolce, il più tiepido in pieno inverno […] primato che gli contrasta la regale Bordighera, eremo delle regine e delle imperatrici, Mortola e Grimaldi poi sono un preludio alla sinfonia del confine italo-francese.
Antonio Aniante, 1962
Bordighera e San Remo sono le due città che mi hanno colpito per il fascino e la bellezza della loro fisionomia. […] Bordighera, con la sua vegetazione rigogliosa, le sue palme, i suoi datteri, sembra fatta unicamente per il piacere degli occhi e dello spirito. Non c’è niente di più bello che vedere le sue case eleganti, disposte a terrazze in mezzo al verde e addossate alla montagna che si profila da un lato, mentre dall’altro lato il Mediterraneo, di quel blu intenso che gli è proprio e che fa risaltare la neve della sua spuma, va a morire dolcemente ai suoi piedi. […] Mi pareva che in questo scenario meraviglioso, la vita non potesse esser fatta altro che di fiori e tenerezza e che il vento delle tempeste non dovesse mai imperversarvi.
I. Geoffroy, 1909
Voglio passare un mese a Bordighera, uno dei più bei posti che abbiamo visto […] Questa luce fantastica che mi applico a rendere: e quelli che non hanno visto questo paese o che l’hanno visto male grideranno, ne sono sicuro, all’inverosimiglianza, sebbene sia molto al di sotto del tono: tutto è colore cangiante e fiammante, è ammirevole, e ogni giorno la campagna è più bella ed io sono incantato dal paese. […] qui tutto è bellezza e il tempo è superbo […] Vorrei fare degli aranci e dei limoni che si stagliano contro il mare azzurro, non riesco a trovarli come voglio. Quanto all’azzurro del mare e del cielo è impossibile. […] È tanto folto dappertutto; è delizioso da vedere, si può passeggiare sotto le palme, gli aranci, i limoni e anche sotto splendidi ulivi
Claude Monet, 1884
E forse di tutta la Riviera dei Fiori, questa parte che tocca la Costa Azzurra è veramente la più dolce anche se la più selvaggia; dalle alture al mare permane ancora una vita ancestrale, da sogno come i rudimentali forni che emanano odore di pane bigio, con le rustiche spiagge ove si respira uno snervante odore di alghe.
Antonio Aniante, 1962
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