Marche, Italia
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi 1819
Quando fui ben desto avevamo lasciato i luoghi culti; sorgeva il sole e la via lungo il Chienti si addentrava, slabbrata, ingombra di schegge cadute dall’alto, nel regno delle ginestre melanconiche e delle quercie dei grandi tronchi, le quali con le grandi chiome stese a forma di ombrello, ricoprono gile acque verdastre mormoranti al mattino. Per le strade dei rari borghi che attraversavamo mi colpì spesso il nome di via Giacomo Leopardi, ed io mi arrestavo vinto vinto dal fascino di quel nome che spandeva una effusione di gloria: “Si” pensavo meglio è che tu viva qui, fra le ginestre, i monti selvaggi, gli armenti, le acque che fra gli uomini della civiltà superba e crudele
Alfredo Panzini 1901
La vita solitaria O cara luna…
A me sempre benigno il tuo cospetto
Sarà per queste piagge, ove non altro
Che lieti colli e spaziosi campi
M’apri alla vista.
Giacomo Leopardi 1831
Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna
Tel: 051.5271 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
- privacy
Designed by Kaiti expansion