Paesaggi d'Italia

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Paesaggi Leopardiani

Marche, Italia

Una delle voci più alte della poesia di tutto il mondo e di tutti i tempi non poteva non segnare nel profondo i luoghi dove è nata e preso forma. Una voce che non ha solo tratto ispirazione dai luoghi ma che, quasi in contrasto con la loro discrezione, li ha fatti divenire protagonisti di riflessioni tra le più potenti e lucide mai scritte sul significato del vivere. Immagini indelebili di gioie piccole e immense, di consolazioni difficili e sublimi, di consapevolezze struggenti e liriche che, calandosi materialmente e immaterialmente nel paesaggio marchigiano, sono diventate patrimonio unico e irripetibile di questa terra. 23

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Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi 1819
Quando fui ben desto avevamo lasciato i luoghi culti; sorgeva il sole e la via lungo il Chienti si addentrava, slabbrata, ingombra di schegge cadute dall’alto, nel regno delle ginestre melanconiche e delle quercie dei grandi tronchi, le quali con le grandi chiome stese a forma di ombrello, ricoprono gile acque verdastre mormoranti al mattino. Per le strade dei rari borghi che attraversavamo mi colpì spesso il nome di via Giacomo Leopardi, ed io mi arrestavo vinto vinto dal fascino di quel nome che spandeva una effusione di gloria: “Si” pensavo meglio è che tu viva qui, fra le ginestre, i monti selvaggi, gli armenti, le acque che fra gli uomini della civiltà superba e crudele
Alfredo Panzini 1901
La vita solitaria O cara luna…
A me sempre benigno il tuo cospetto
Sarà per queste piagge, ove non altro
Che lieti colli e spaziosi campi
M’apri alla vista.
Giacomo Leopardi 1831