Paesaggi d'Italia

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Costa barese e altre coste

Puglia, Italia

Ogni tentativo di raccontare con le parole le coste e il mare di Puglia nel loro insieme è probabilmente destinato a fallire, perché la varietà è davvero tanta e la spettacolarità assume spesso forme strabilianti. Una ricchezza di vedute costiere così ricca è difficile da trovare in altre parti d’Italia: ci sono due mari, Adriatico e lonio, con caratteri diversi, ci sono rocce a picco su acque subito profonde, scogli isolati che punteggiano le rive, spiagge con fondali bassi che si allungano pacifici per centinaia di metri, ciottoli e sabbia finissima, luoghi attrezzati e luoghi selvaggi, lidi noti a tutti e altri quasi segreti. Impossibile anche per le sue dimensioni parlare di tutti centri della costa pugliese: si pensi solo che si sviluppa per più di 800 chilometri complessivi. Il mare qui, anche quando si confronta con le città più grandi, è sempre un elemento vivo e importante del paesaggio e della comunità: Bari ad esempio, ha il lungomare più esteso d’Italia. Ogni tratto di costa, ogni città con le sue strutture urbane e le tante opere d’arte, ogni piccolo borgo dall’anima tradizionale, ogni porto costituiscono piccoli mondi, tasselli ben distinti di un grande mosaico marino e balneare tra i più multiformi e apprezzati del Mediterraneo.

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Non v’ha regione nel Mezzogiorno che possa a più riguardi competere con Terra di Bari. Paragonata fa figura di gran signora. […] Natura è più varia, temperie più equilibrata e più salubre, suolo più ferace, più adatto a promiscuità di colture, concorrono ad assegnarle il posto d’onore. Guardata dall’alto, dalle Murge che le fanno corona, è come ampia terrazza che si affacci e si specchi nel cilestro e cristallino smagliante Adriatico.
Ferdinando Gregorovius, 1874
Intorno a questa faccia di pietre e di olivi, di orti e di vigna, sta l’aureola del mare. Più azzurro e profondo dov’è Adriatico, più verde e largo dov’è Jonio. Il mare, voi sapete, delle sirene e delle ninfe, che vi diguazzavano allegramente tessendo la tela dei loro amori insidiosi tra la Sicilia e le isole dell’Egeo. Oggi di quelle antiche deità avanzano scarse discendenti, poiché la riva del mare, come vi ho detto, non offre spiagge larghe, piane, morbide, invitanti, ma una mistura di aliga e di petrisco, dove non è roccia e grotta, cintura di bastioni. Le rade insenature sbattute dai venti di scirocco e di libeccio sono piuttosto antri di pescatori che nidiate di bagnanti. E i pescatori di Puglia sono più irrequieti e avventurosi dei contadini. Poiché difficilmente trovano un pugno di realtà agiata in cui abbarbicarsi, vivono una vita leggendaria.
Michele Saponaro, 1931
Là dove l’Adriatico già promette lo Jonio e perde il verde acidulo sotto le squame d’un azzurro tiepido e denso, […] Trani eleva un duomo che è alto come una acropoli e una torre che ne misura la distanza dal cielo.
Cesare Brandi, 1960
Quante volte io ritorno, con i ricordi, o con l’immaginazione, alla terra di Puglia, faccio la prima sosta in riva al mare. Altro viatico non porto oltre un sonetto di Ugo e dieci versi delle Grazie. Questo è un mare solo, anche se ha due nomi, da Manfredonia a Metaponto. Un mare solo che la prua del promontorio di Leuca solca e rompe: a occidente più azzurro, vasto, taciturno, disabitato; a oriente […], striato di tutti i colori, popolato di vele, solare. Di qua la storia, di là il mito, ma non così nettamente separati da non confondersi a mezz’aria e assumere spesso l’uno il volto dell’altra. La geografia invece, che ama le delimitazioni nette e non vuol confusioni né di mari né di terre, prolunga l’Adriatico fino al canale d’Otranto. Ma perplessità ci saranno state anche per i geografi se in antico distinsero un Adriatico superum da un Adriatico inferum. Poi altri considerarono l’Adriatico né più né meno di un golfo del Jonio. […] Ma insomma quel blocco del Gargano, isolato, unico, molo naturale emerso dall’acqua e dalla piana del Tavoliere, sarebbe ingiustificato se non stesse lì come pilastro del cancello, come sentinella del porto. Di là dal Gargano spirano già venti jonici, si apre cielo greco. Sarà clima adriatico ancora su l’altra sponda, dove al sole nascente fa riparo la nera muraglia degli Acrocerauni, modesti monti che vantano un nome imponente; ma su la spiaggia pugliese le onde che vengono da Corfù portano a mezzo marzo voli di rondini, e in ogni stagione non sai che vibrazioni di luci e di suoni, quale indefinibile magia, che sarà forse pulviscolo d’inni disperso nell’aria.
Michele Saponaro, 1931