Basilicata, Italia
Un bove che pascola dietro una siepe di fichi d’india, fra le colonne del tempio di Hera, nella terra che fu di Pitagora; una bimba scalza che gioca con la sua trottola fra le quinte di pietra della Rabatana, l’antico borgo saraceno di Tricarico; un gruppo di donne chiuse nei loro scialli neri su uno sfondo di argille bianche, Attigliano o a Craco come in una Gerusalemme senza tempo; il battere dei ferri di un mulo sui selci di una scalinata di Avigliano; il profumo del pane cotto nei forni a fascine di Tolve; la vetta innevata di Serra Dolcedorme sui suoi 2000 metri del Pollino; lo scintillio azzurro dei laghetti vulcanici di Monticchio tra il verde cupo dei faggi e il rosso ruggine delle ristoppie; l’alta costa rocciosa che a Maratea scende a picco nel Tirreno: tutto questo è Basilicata.
Michele Abbate, 1968
O fonte di Bandusia chiara / più del cristallo, / di dolce vino amica e di fiori […] Sarai una fonte nobile / per me che canto la foresta / di querce alte sul monte / ove sgorga tra i sassi / la tua onda sonora
Orazio, Carmina III, 4
Al pellegrino che s’affaccia ai suoi valichi,
a chi scende per la stretta degli Alburni
o fa il cammino delle pecore lungo le coste della Serra
al nibbio che rompe il filo dell’orizzonte
con un rettile negli artigli, all’emigrante, al soldato,
a chi torna dai santuari o dall’esilio, a chi dorme
negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante
la Lucania apre le sue lande,
le sue valli dove i fiumi scorrono lenti
come fiumi di polvere.
Leonardo Sinisgalli, 1943
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